
Di Valeria Lobbia
Se sei un fotografo di famiglia e ti occupi di produrre attraverso la tua macchina fotografica dei ricordi di momenti particolari della storia delle persone non ti sarà sfuggito di ravvisare nell’ultimo anno/anno e mezzo di attività dei grandi cambiamenti nel campo della ritrattistica.
Sfogliando le immagini di riviste digitali come This Magazine o Inspired by Colours puoi notare come certi autori stanno interpretando il ritratto di bambini in particolare, ma anche di persone adulte in maniera del tutto innovativa.
Mi riferisco a quei particolari ritratti di bimbi un po’ cresciuti, dai 5 anni in su, che si vedono spesso raffigurati in stile pittorico, con espres-
sione seria o assorta, che lascia trasparire la perfezione dei loro lineamenti e l’intensità del loro sguardo.
I ritratti di questo tipo sono spesso ambientati su sfondo scuro con texture e con abiti particolari, in molti casi creati ad hoc per realizzare lo scatto.
Ma perché si chiamano ritratti Fine Art?
Fine Art significa letteralmente Belle Arti ed è un termine generico che indica tutto ciò che ha una finalità artistica.
In fotografia il termine Fine Art è usato per spiegare con un’unica parola un procedimento abbastanza complesso, che parte dallo scatto, sviluppa attraverso una post produzione professionale e molto accurata e termina con una stampa di qualità superiore detta appunto Fine Art.
La stampa fine art è quella che viene usata dai musei per le riproduzioni artistiche che devono essere più fedeli possibili all’opera d’arte e avere una durata garantita per molti e molti anni preservando la stampa dallo sbiadimento e dall’ingiallimento.
Questa particolare qualità si ottiene attraverso carte al 100% naturali, prive di additivi chimici e sbiancanti ottici e usando inchiostri appositi garantiti e certificati.
L’articolo completo lo trovi sul numero 1 di NEWBORN MAGAZINE